Scatti & Backstage
E' circa mezzogiorno, in tavola c'è già la polenta.
Guardo fuori dalla finestra e vedo verso nord-est uno sprazzo di cielo blu. La cosa un po' mi sorprende perché è da un paio di giorni che il cielo sta buttando giù secchiate d'acqua... Ma non ci faccio troppo caso e assalto la polenta.
La cometa Neowise (meglio nota come C/2020 F3) è la compagna dei più mattinieri in questa prima parte di Luglio. Non che io sia un mattiniero, ma non potevo perdermi questo spettacolo del cielo.
Non ricordo molti dei disegni che ho fatto quando ero piccolo, non ho mai avuto un grande rapporto con i pastelli, i pennarelli e tutto il resto; ma senza dubbio uno di quelli che ricordo è quello che avevo realizzato per la cometa del 1997, la famosa Hale-Bopp. Ricordo persino di aver attaccato quel disegno alla porta di camera mia… Non ricordo di aver mai appeso nient’altro.
E' da un po' che ho scattato questa fotografia, ma non l'avevo postata perché ritenevo di non averla ancora "capita".
La considero ambigua: in questi giorni di emergenza a seconda del momento in cui la guardo, intravedo un senso di grande nostalgia o un sussulto di speranza.
C'è una cosa che rende le domeniche diverse dagli altri giorni. Una cosa che mi fa arrabbiare, non perché sia una cosa negativa in sé stessa, ma perché questa cosa non dovrebbe essere una peculiarità delle domeniche: la domenica ci si guarda intorno.
E' esattamente quanto è successo nel momento in cui sono passato davanti alla finestra del salotto e guardando distrattamente attraverso i vetri ho visto la cima del Monte Castello leggermente innevata ed abbracciata dalle nuvole, in un modo che non solo mi è sembrato particolarmente delicato, ma anche visivamente bilanciato: una buona ricetta per una fotografia.
Poco prima di Natale sono stato tre giorni a Berlino, città che non avevo mai visitato e che era da un po' che mi ronzava nella testa.
La decisione di partire è arrivata alcuni mesi fa, in maniera molto semplice e quasi casuale, ossia attraverso il fatto che ho ricevuto una newsletter da Ryanair che parlava di biglietti mooooolto scontati. Sono stati tre giorni interessanti e divertenti, con alcune storie che è meglio non raccontare, ma ciò che sicuramente posso condividere è quello che ho "capito" di Berlino durante questa breve vacanza..
Buona la prima sarebbe il commento più opportuno a questo scatto che ritrae una Rosa Arancione che sbuca da un sottile strato della prima neve caduta di recente a Serina. Già, perché dopo aver visto questa rosa e aver recuperato cavalletto e macchina fotografica mi sono reso conto che, complice anche il freddo, la batteria era scarica: quindi ho letteralmente avuto solo un tentativo per scattare questa immagine.
Ormai da qualche anno nella borsa del lavoro trova spazio la fidata Fujifilm XT10, cosa che mi ha permesso di togliermi parecchie soddisfazioni fotografiche. Avere sempre a portata una macchina fotografica può davvero fare la differenza quando ci si trova davanti ad una scena che merita.
Dopo un paio di giorni veramente pessimi dal punto di vista meteorologico è bello tornare a vedere il sole, il cielo azzurro e quello che resta dei colori d'autunno.
Considerate anche le previsioni, oggi non mi sarei mai aspettato di togliere la macchina fotografica dalla borsa eppure, in un instante in cui ho visto l'intero Alben tingersi di un giallo intenso, con la coda dell'occhio ho potuto scorgere a nord-ovest una pianta quasi "in fiamme" da tanto erano accesi i colori. Le foglie rossastre, illuminate da una luce praticamente parallela al suolo ed attraverso una leggera foschia, sono rimaste così meravigliosamente vivide giusto il tempo necessario per prendere il cavalletto, montare la Pentax K3, il 70-200, mettere a fuoco e impostare l'autoscatto di 30 secondi, prima di spegnersi, proprio come un falò immaginario.
Lo so lo so, questa storia del pubblicare foto degli stessi luoghi in stagioni diverse sta diventando ripetitiva, anche perché questa inquadratura autunnale di Serina l'avevo già postata su alcuni social l'anno scorso, ma, a dirla tutta, quell'immagine non mi convinceva, o quantomeno, non mi sembrava seguire gli standard delle altre fotografie che ho scattato da quel luogo in stagioni diverse. (A proposito di tali fotografie: le trovate QUI e QUI)
Sono un po’ metereopatico, nel senso più lieve del termine, s'intende... Non è che il brutto tempo automaticamente mi metta di cattivo umore però, facendoci caso, mi rendo conto che il Sole aumenta notevolmente le possibilità che affronti una giornata con un atteggiamento positivo.
Non so se sia un fatto di pigrizia o di piacere nel vedere una scena cambiare, ma non è la prima volta che mi capita di ritornare a fotografare una scena in una stagione diversa, cercando di ottenere uno scatto con la medesima inquadratura. Questa stessa scena, infatti, l'ho fotografata la scorsa primavera in una limpidissima giornata (qui potete vederla): giornata che si è ripetuta oggi con un magnifico "abito" autunnale. Solito schema d'azione: tolgo la Fuji dalla borsa del lavoro, simulazione pellicola su Velvia, F/8 e via!
Con quasi 180000 passi e più di cento chilometri nelle gambe, questa vacanza a Baska non si può certo dire che sia stata all'insegna del poltrire e del cuocere sotto al sole della Croazia. Ma questo non significa assolutamente che non sia stata più che positiva, anzi, tutt'altro.
Ogni passo, ogni kilometro, ogni maledizione tirata arrancando in salita sotto il sole sono serviti. Sono serviti per vedere un tramonto magnifico, un mare di un blu che non avevo mai visto, un panorama da togliere il fiato, un luogo che il fiato lo toglieva letteralmente (con un vento incredibile), una birra nel posto più spartano in cui si possa prendere una birra (ma forse anche il migliore) e tante, tante altre cose.
Qualche giorno fa, mentre ero in ufficio, è arrivata la pausa caffè e parlando con i colleghi del più e del meno ad un certo punto è uscita una frase tipo: “si ma se sono del tutto a posto non li prendiamo”.
Non è la prima volta che fotografo una rosa, ma probabilmente questa è quella più bella che mi sia mai capitato di fotografare.
In questa calda serata di Luglio, il caldo sembra aver risparmiato una rosa del giardino e visto che ormai è sera ed il sole è quasi tramontato, credo che risparmierà anche me: dovrei riuscire a non sentirmi in forno mentre scatto questa fotografia.
Questa mattina dopo tanto tempo (credo più di un anno) ho tolto dal garage la mountain bike: non so esattamente quale sia stata la molla che mi è scattata in testa, ma mentre stavo guidando ho visto un ciclista (come ne vedo ogni giorno) e mi sono detto: “bici, bella idea”.Essere un ciclista della domenica, o meglio un pessimo ciclista della domenica, offre un grande vantaggio: non vai mai forte a sufficienza da non avere tempo di guardarti in giro.
Sono sempre stato piuttosto diffidente rispetto ad instagram, nel senso che l'ho sempre considerato un po' il "bassofondo" della fotografia, ma come per ogni cosa l'ignoranza è fonte di incomprensioni: la mia recente registrazione ad instagram mi ha portato a cambiare opinione su questo social. Scegliendo bene chi seguire è possibile veramente vedere immagini di un certo livello oltre che trovare spunti e idee interessanti. E' proprio da un'immagine trovata su Instagram del disgelo dei Laghi Gemelli che mi è arrivata l'idea per un'uscita: i Laghetti di Ponteranica, sul Monte Avaro.
Quando si fotografa un pollo (o una gallina) in un prato, per quanto la scena possa essere vagamente "mistica", non è che ci si possa mettere sopra qualche grande ragionamento in fase di commento. In ogni caso, mentre scattavo questa immagine, mi si è riaperto un cassettino della memoria che non avevo toccato da anni: il contenuto è un ricordo, perfettamente inutile, di un giorno al liceo.
Per l'utilizzo delle immagini presenti su questo sito, chiedo cortesemente di scrivermi un'email
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