Scatti & Backstage
Ho pensato per un po' di tempo a quale sarebbe stata una buona immagine per fare i miei auguri di Buon Natale e, alla fine, ho deciso di ritornare sul luogo di una fotografia che avevo già realizzato in passato (abbastanza conosciuta visto che è andata a finire ovunque), ma con condizioni di luce diverse: ossia nella penombra che precede l'alba. Il paese che vedete è (ovviamente) Serina, fotografato da Lepreno con una focale di 70mm (105 su 35mm), motivo per il quale il monte Arera sembra così vicino.
Parlare del tempo, delle stagioni e in generale del clima è sempre pericoloso. Si può volerlo fare con le migliori intenzioni, spinti dal desiderio di spiegare una propria convinzione scientifica sull'argomento, ma la verità è che al 99% si scivola nel banale. Non ci sono più le mezze stagioni, il clima è cambiato, una volta era tutto diverso etc etc. Per evitare questo rischio, non farò commenti meterologici, ma vi giuro che questa fotografia l'ho scattata oggi pomeriggio (ndr 2 Novembre) e, in tutta sincerità, pensandoci un attimo, ho trovato questa scena molto significativa.
Fotografare l'autunno può essere molto semplice e molto difficile nello stesso tempo. Semplice perché più che in ogni altra stagione i colori intorno a noi si moltiplicano rendendo affascinanti luoghi che magari nel resto dell'anno non notiamo, difficile proprio perché essendo una situazione così favorevole ad essere fotografata, si è già visto quasi tutto e per svariate volte, quindi cadere nell'ovvio, nel cliché, è facile come bere un bicchier d'acqua. Nel cercare di mettere in equilibrio l'aspetto facile e quello difficile delle fotografie d'autunno, ho fatto un gran casino e (inconsciamente) nella ricerca di fotografie non-ovvie, non ho fotografato nemmeno l'autunno. So che sembra un gioco di parole scritto male, ma è così, ed è il motivo per il quale questi scatto, che doveva avere un sapore autunnale, per come appare potrebbe essere stato realizzato a ferragosto.
L'unica fotografia più "scontata" che mi viene in mente rispetto a quella di una margherita è un selfie, magari fatto in bagno (come sembra suggerire il "Manuale-non-scritto del selfie perfetto"); ma qui c'è il trucco: questa in realtà non vuole essere una fotografia nel senso stretto del termine, ma uno wallpaper (per i "non addetti ai lavori": uno sfondo per il computer). Ecco il motivo del rapporto delle dimensioni anomalo e anche della strettissima profondità di campo che porta ad avere un'immagine "sfuocata" per il 95%.
Qualche giorno fa ho notato un grande via vai di "pennuti" mentre ero in fila fuori dall'ufficio postale di Serina e, dopo essermi guardato un po' in giro ho capito il perchè: oltre ad esserci un piccolo bosco c'è anche qualcuno che con una certa regolarità porta loro del pane.
Non so se sono io che trovo sempre dei motivi per non scattare delle fotografie o se è una cosa comune, ma ci sono certe viste, certi panorami, certe situazioni… Certe situazioni che ti fanno solo venir voglia di guardare, osservare, quasi contemplare i dettagli e di certo la macchina fotografica è l’ultima cosa a cui pensi. Il fatto di scegliere una focale, un’inquadratura, una determinata profondità di campo mi sembrano quasi degli sfregi alla bellezza di certe scene, come se andassi nella cappella Sistina e per portarmi a casa una parte di quello splendore mi armassi di punta e mazzetta e staccassi un pezzo di affresco. Se avete visto il film “la Leggenda del pianista sull’oceano” di Giuseppe Tornatore, allora sapete che ad un certo punto Novecento quando sente la sua musica riprodotta da un grammofono resta stupito e, parlando con colui che aveva effettuato la registrazione, afferma: “la mia musica non andrà dove ci sono io” andando a sottolineare il legame tra la bellezza della musica e la presenza del pianista stesso, in altre parole è come se Novecento non volesse scindere l’ascolto dei suoi brani dal contesto in cui essi sono suonati.
Mi chiedo se può esistere qualcosa di più deprimente di essere steso a letto con la febbre e l’influenza mentre fuori piove e c’è la nebbia il 25 di Agosto… Al momento non ho ancora trovato risposta a questa domanda, ma per tirarmi su di morale ho dato una sistematina alle fotografie che ho scattato ieri, durante una passeggiata nei dintorni del passo San Marco (BG).
Cosa si può fare con un flash in una galleria? Oltre che mettere in piedi un autovelox, si può anche "costruire" un molto meno redditizio "mostro della caverna/galleria". Ecco la ricetta per la foto con il mostro, partiamo con gli ingredienti:
1 mostro, in alternativa un qualsiasi uomo/donna
1 galleria (con almeno una curva)
1 flash esterno con un sistema di scatto remoto
1 fotocamera
1 cavalletto (non indispensabile)
Esistono certi oggetti che per le loro forme, per le loro linee, apprezziamo istintivamente. Osserviamo una Ferrari 458 e rimaniamo affascinati dalla linea dell'auto: l'anteriore aggressivo, il profilo sinuoso, il posteriore ben delineato. Questa linea suscita subito un senso di piacere visivo nell'osservatore e questo non tanto perché si trova davanti ad un'auto costosa e performante, ma proprio per una questione di linee, di design. Ed è proprio il design che mi ha fatto decidere di scattare e pubblicare questa fotografia. E' necessario dire che sono, in un certo senso, un "patito" di penne: per alcuni scrivere con una Bic senza tappo o una Montblanc non fa differenza, ma io ho il mio set di penne preferite che uso praticamente sempre, su tutte due stilografiche, una Parker e una Lamy. Ma la Lamy Al Star (quella nell'immagine), esattamente come la Ferrari di cui parlavamo prima, suscita in me un fascino particolare, ha quel "quid" che mi fa dire "guarda che bell'oggetto". Oggetti come questi, non sono solo piacevoli da usare, ma anche belli da osservare (ovviamente per coloro ai quali piacciono). Qui siamo nel pieno ambito della soggettività: quella che per me è una bella penna per voi potrebbe esssere soltanto uno strumento di scrittura che vi lascia totalmente indifferenti, è normale.
Partiamo con una premessa: la fotografia di insetti non è sicuramente quella che fa per me (il titolo "Brutto bagarospo", ispirato ai Simpson, la dice lunga sulla mia opinione su questi animaletti). Già per inquadrare questo soggetto e guardarmelo con un ingrandimento al 100% per fare le dovute correzioni ho dovuto stringere i denti. Apprezzo moltissimo quelli che fotografano ragni, insetti e animaletti vari soprattutto per la tecnica fotografica che questo tipo di fotografia implica, ma da qui a dire che mi piace guardare gli insetti da vicino... E' un salto troppo ampio per il mio stomaco...
Eccola qui! La sera durante la quale fotografato la lepre del post precedente in realtà ero impegnato a tentare questo scatto senza però particolare successo visto che ero solo (per uno scatto come questo serve almeno un "assistente" che corra su e giù con una torcia in mano mentre uno resta dietro alla macchina fotografica). Ma già quella sera, una volta tornato a casa, ho visto il risultato e, anche se non era particolarmente buono, ho capito che questo luogo aveva un buon potenziale per essere fotografato con questa tecnica. Quindi ieri sono tornato in loco con i "rinforzi" (ringrazio Mr Cortinovis Senior), determinato ad applicare quanto appreso durante il primo tentativo per cercare di ottenere qualcosa di buono.
Se mi volete bene, se mai vi capiterà di vedermi parlare con un coniglio, con la convinzione di chiamarmi "Alice" e di trovarmi "nel paese delle meraviglie", per carità chiamate i soccorsi. Fortunatamente oggi non sono ancora arrivato a quel punto: mi è solamente capitato di incontrare una lepre.
Lo ammetto, mi sono fatto prendere la mano e sono andato giù pesante, ma d'altronde questo tempo obbliga un po' ad ingegnarsi e di certo non sono i giorni ideali per i tipici scatti estivi con il Sole e il cielo blu. Ma tutto sommato non è andata così male, di certo in un giorno limpido non avrei potuto fare una fotografia come questa. E' nata totalmente per caso, da uno sguardo buttato fuori dalla finestra di casa mia: la nebbia radente al suolo era retroilluminata dai raggi del Sole quasi al tramonto.
Come già scritto in un articolo precedente, ci sono certe situazioni che "urlano" di voler essere fotografate e non richiedono particolari accorgimenti, tecniche avanzate o attrezzatura fantascientifica... In altre parole, stiamo parlando della tipica fotografia in stile "Point and Shoot", quella che riempie i server di Instagram, per intenderci. L'unica differenza è che questa immagine non ha il famoso "effetto vignettatura" che sembra ormai indispensabile per poter essere pubblicata sui social network :)
Cosa ci fanno due persone, una sedia, una cornice vuota e un ombrello in mezzo ad un prato in una sera di metà Maggio? Questo che potrebbe essere l’inizio di una barzelletta in realtà è una domanda alla quale ieri più di una persona ha cercato di dare una risposta. Qualcuno ha azzardato un’idea tipo: “stanno facendo un calendario”, qualcun’altro: “stanno effettuando delle rilevazioni del terreno”. Niente di tutto questo, ovviamente.
Primo Maggio: non essendo una festa religiosa non devo suonare da nessuna parte e, come raramente accade, ho 24 ore totalmente libere. Inizialmente l'idea era di fare una passeggiata, ma il tempo instabile come è d'obbligo in primavera, mi fa cambiare programma: tuta super-comoda, felpa "Praha Drinking Team" dei giorni più rilassati e un po' di "fancazzismo attivo". Il pretesto era quello di provare un paio di nuovi pannelli riflettenti autocostruiti che ho appena realizzato con polistirolo, carta alluminio, vinavil e tanto scotch.
Almeno fino ad ora ho sempre pubblicato scatti naturalistici, paesaggistici o comunque di ambienti vari. Questo scatto è un po' "fuori dal coro", ma ho deciso di postarlo comunque perché almeno a livello tecnico credo sia interessante. Nasce semplicemente dalla voglia di rinnovare la mia fotografia del diario di Facebook e Google+ e questa è la ragione dalla quale deriva il formato anomalo che, a dir la verità, mi ha dato alcuni problemi dato che le zone del quarto destro e del quarto sinistro sono state aggiunte da due fotografie realizzate in un secondo momento. Oltre a questo, non c'è nulla di particolarmente difficile nella realizzazione di questo scatto: basta tenere la fotocamera su un cavalletto senza muoverlo, lasciare immobili tutti gli oggetti nella stanza, realizzare le varie fotografie e fonderle sfruttando livelli e maschere in Photoshop o Gimp.
Per l'utilizzo delle immagini presenti su questo sito, chiedo cortesemente di scrivermi un'email
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