Scatti & Backstage
Partiamo con una premessa: la fotografia di insetti non è sicuramente quella che fa per me (il titolo "Brutto bagarospo", ispirato ai Simpson, la dice lunga sulla mia opinione su questi animaletti). Già per inquadrare questo soggetto e guardarmelo con un ingrandimento al 100% per fare le dovute correzioni ho dovuto stringere i denti. Apprezzo moltissimo quelli che fotografano ragni, insetti e animaletti vari soprattutto per la tecnica fotografica che questo tipo di fotografia implica, ma da qui a dire che mi piace guardare gli insetti da vicino... E' un salto troppo ampio per il mio stomaco...
Eccola qui! La sera durante la quale fotografato la lepre del post precedente in realtà ero impegnato a tentare questo scatto senza però particolare successo visto che ero solo (per uno scatto come questo serve almeno un "assistente" che corra su e giù con una torcia in mano mentre uno resta dietro alla macchina fotografica). Ma già quella sera, una volta tornato a casa, ho visto il risultato e, anche se non era particolarmente buono, ho capito che questo luogo aveva un buon potenziale per essere fotografato con questa tecnica. Quindi ieri sono tornato in loco con i "rinforzi" (ringrazio Mr Cortinovis Senior), determinato ad applicare quanto appreso durante il primo tentativo per cercare di ottenere qualcosa di buono.
Se mi volete bene, se mai vi capiterà di vedermi parlare con un coniglio, con la convinzione di chiamarmi "Alice" e di trovarmi "nel paese delle meraviglie", per carità chiamate i soccorsi. Fortunatamente oggi non sono ancora arrivato a quel punto: mi è solamente capitato di incontrare una lepre.
Lo ammetto, mi sono fatto prendere la mano e sono andato giù pesante, ma d'altronde questo tempo obbliga un po' ad ingegnarsi e di certo non sono i giorni ideali per i tipici scatti estivi con il Sole e il cielo blu. Ma tutto sommato non è andata così male, di certo in un giorno limpido non avrei potuto fare una fotografia come questa. E' nata totalmente per caso, da uno sguardo buttato fuori dalla finestra di casa mia: la nebbia radente al suolo era retroilluminata dai raggi del Sole quasi al tramonto.
Come già scritto in un articolo precedente, ci sono certe situazioni che "urlano" di voler essere fotografate e non richiedono particolari accorgimenti, tecniche avanzate o attrezzatura fantascientifica... In altre parole, stiamo parlando della tipica fotografia in stile "Point and Shoot", quella che riempie i server di Instagram, per intenderci. L'unica differenza è che questa immagine non ha il famoso "effetto vignettatura" che sembra ormai indispensabile per poter essere pubblicata sui social network :)
Cosa ci fanno due persone, una sedia, una cornice vuota e un ombrello in mezzo ad un prato in una sera di metà Maggio? Questo che potrebbe essere l’inizio di una barzelletta in realtà è una domanda alla quale ieri più di una persona ha cercato di dare una risposta. Qualcuno ha azzardato un’idea tipo: “stanno facendo un calendario”, qualcun’altro: “stanno effettuando delle rilevazioni del terreno”. Niente di tutto questo, ovviamente.
Primo Maggio: non essendo una festa religiosa non devo suonare da nessuna parte e, come raramente accade, ho 24 ore totalmente libere. Inizialmente l'idea era di fare una passeggiata, ma il tempo instabile come è d'obbligo in primavera, mi fa cambiare programma: tuta super-comoda, felpa "Praha Drinking Team" dei giorni più rilassati e un po' di "fancazzismo attivo". Il pretesto era quello di provare un paio di nuovi pannelli riflettenti autocostruiti che ho appena realizzato con polistirolo, carta alluminio, vinavil e tanto scotch.
Almeno fino ad ora ho sempre pubblicato scatti naturalistici, paesaggistici o comunque di ambienti vari. Questo scatto è un po' "fuori dal coro", ma ho deciso di postarlo comunque perché almeno a livello tecnico credo sia interessante. Nasce semplicemente dalla voglia di rinnovare la mia fotografia del diario di Facebook e Google+ e questa è la ragione dalla quale deriva il formato anomalo che, a dir la verità, mi ha dato alcuni problemi dato che le zone del quarto destro e del quarto sinistro sono state aggiunte da due fotografie realizzate in un secondo momento. Oltre a questo, non c'è nulla di particolarmente difficile nella realizzazione di questo scatto: basta tenere la fotocamera su un cavalletto senza muoverlo, lasciare immobili tutti gli oggetti nella stanza, realizzare le varie fotografie e fonderle sfruttando livelli e maschere in Photoshop o Gimp.
Una bella fotografia può nascere da un buon lavoro di chi sta dietro all’obiettivo, oppure semplicemente dal fatto che il soggetto è particolarmente interessante. Questa fotografia ricade nel secondo caso. Ero a fare una passeggiata quando il Sole al tramonto ha infiammato la neve delle cime intorno a Valpiana: una luce davvero “magica”.
"Panorami inaspettati": questo articolo non poteva avere un titolo diverso dato che il luogo nel quale ho scattato queste fotografie è un posto che vedo tutti i giorni semplicemente guardando fuori dalla finestra di camera mia, ma che non ho mai considerato come "particolarmente interessante" e, per questo motivo, non avevo mai nemmeno pensato di visitarlo. Almeno fino ad oggi.
Questa fotografia, in realtà, l'ho realizzata con il solo scopo di crearmi un pretesto per poter scrivere queste due righe su quanto accaduto ieri, nell'ormai tristemente noto naufragio di una delle innumerevoli "carrette del mare" nel canale di Sicilia. Credo che questo evento abbia toccato così tanto l'animo degli italiani perché, in realtà, tutti abbiamo scritto in qualcuno dei nostri geni un qualcosa riguardante la migrazione.
Questo potrebbe sembrare un titolo completamente scollegato dalla fotografia qui a fianco ed effettivamente, a voler essere sinceri un po' lo è, ma meno di quanto potrebbe sembrare.
E' la terza volta che riscrivo da capo questo post. Nei due tentativi precedenti mi sono sempre perso in discussioni "pseudo-filosofiche" che hanno ben poco a che fare con la fotografia. Spero che questa sia la volta buona.
Il triduo dei defunti è uno dei momenti religiosi che tradizionalmente (probabilmente insieme alla processione del Venerdì Santo) hanno sempre identificato maggiormente la comunità di Serina. I serinesi “del passato” avevano realizzato una struttura che da una parte puntava a solennizzare le cerimonie e dall’altra evidenziare l’attaccamento alla comunità.
La testardaggine premia. Questa fotografia è la seconda versione di una realizzata a fine estate che però, nonostante avesse avuto notevole successo sui social network (mai fidarsi dei social network), non mi aveva mai convinto, né in termini di qualità dell'immagine, né in termini di composizione: ecco il motivo per la quale non è mai apparsa qui.
In realtà, il tempo per gli scatti "veramente" autunnali è già passato: il periodo dei colori accesi qui normalmente coincide con la metà di Ottobre, ma il maltempo ha rovinato questa finestra temporale... Questo non significa però che l'autunno non possa ancora regalare dei momenti in cui sono i colori a trionfare sul grigiore della nebbia ed oggi sembra proprio che si sia verificato uno di quei momenti.
A volte mi piacerebbe avere la possibilità di cambiarmi gli occhi... Si... Un po' come si fa con le cover dei cellulari, un giorno la si usa gialla, un altro verde e un altro giorno ancora blu. Perché vorrei cambiarmi gli occhi? Perché semplicemente a volte vorrei poter essere in grado di vedere le cose con gli occhi di qualcuno che a quelle cose non è abituato.
Per l'utilizzo delle immagini presenti su questo sito, chiedo cortesemente di scrivermi un'email
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