Scatti & Backstage

Palloncino pieno d'acqua scoppiato da un ago
1/180s, f/13, ISO 800, 160mm

Non ho inventato nulla, ma è stato divertente lo stesso… La fotografia del palloncino che esplode è diffusissima, io ne ho solo realizzata una versione “Made in Serina”. La chiave per realizzare uno scatto come questo è il flash: non solo illumina la scena ma in un certo senso funziona anche come otturatore. Questo perché anche se ora le fotocamere sono in grado di raggiungere tempi di scatto ridicolamente brevi (la mia arriva a 1/8000 di secondo, un intervallo di tempo impossibile persino da immaginare) attraverso l’utilizzo del flash si possono raggiungere tempi anche inferiori in maniera molto semplice. La logica è questa: la fotocamera viene impostata su parametri tali da fare in modo che senza flash la scena sia completamente nera. In questo modo l’esposizione ha una durata che dipende esclusivamente dal tempo di accensione del flash (brevissimo).

 

Si comincia ad impostare il tempo di scatto sul valore del tempo di sincronizzazione del flash (il tempo più breve impostabile quando si scatta con il flash, che è determinato dalle caratteristiche dell’otturatore della macchina fotografica, nel mio caso 1/180 di secondo). Poi, sempre nella logica di ridurre al massimo la quantità di luce ambientale che raggiunge il sensore, si imposta un diaframma piuttosto chiuso; ISO al minimo e la fotocamera è sistemata.

Poi si passa al flash (che deve necessariamente essere manuale): l’intuito direbbe di impostare il flash ad un livello di potenza elevato in modo da illuminare la scena il meglio possibile, ma qui c’è il barbatrucco. Quando si chiede al flash di fornire più luce, si forza il dispositivo a “sparare” una flashata con una durata più lunga ("lunga" ovviamente è relativo). All'interno della circuiteria del flash c'è un componente (il tiristore) che interrompe il flusso elettrico tra il condensatore e la lampada in tempi più o meno brevi a seconda della potenza impostata: se è richiesta la massima potenza il tiristore non fa nulla, lasciando scaricare completamente il condensatore. Al contrario, minore sarà la potenza richiesta, prima interverrà il tiristore per "tagliare" al fine di interrompere la "flashata".

Una curiosità: nei grandi flash da studio il tiristore non c'è e quindi il condensatore viene scaricato ad ogni scatto, a prescindere dalla potenza impostata; questo obbliga il fotografo ad aspettare qualche secondo per la ricarica completa. Invece, per quanto riguarda i flash portatili (quelli da montare sulla fotocamera), abbiamo detto che a potenze inferiori a quella massima il tiristore interviene impedendo lo scaricamento completo: questo riduce drasticamente i tempi di ricarica (dato che il condensatore non viene fatto scaricare completamente). Ecco spiegato perché gli inglesi chiamano questi flash "speedlights": proprio per la loro maggiore velocità nel ricaricarsi, riducendo i tempi di attesa.

E’ quindi facile capire che per congelare al massimo il movimento bisogna rimanere lontani dai livelli di intensità massima del flash. Ecco perché alla fine ho deciso di utilizzare ISO 800: alzare il valore di questo parametro mi ha permesso di ridurre la potenza del flash e quindi di avere una luce con una maggior capacità di congelare la scena. A dire la verità non sono riuscito a scendere sotto ad 1/4 della potenza: di certo non era la situazione ideale. Avrei potuto fare di meglio chiudendomi in una stanza buia, ma per evitare di fare un macello ero all'aperto... Splash!

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