Scatti & Backstage

Fiori gialli che nascono in una spaccatura della roccia sul monte Alben
1/150s, f/14, ISO 200, 35mm

Di solito per me andare in montagna significa alzarsi presto, fare parecchi km in auto, pagare un parcheggio e iniziare a camminare.
Il fatto di svegliarsi alle 8 senza un programma, decidere in quattro e quattr'otto di mettere gli scarponi, mettere un panino nello zaino e partire seguendo il sentiero che inizia dietro casa ha un nonsoché di liberatorio.

L'Alben per me è la montagna di casa eppure, a pensarci, non è che ci sia salito proprio tante volte... Si lo conosco bene, ma abitando letteralmente sulle sue pendici avrei certamente potuto salirci più volte. Diversamente da altre montagne della catena delle Orobie è sicuramente meno trafficato: nelle prime due ore di cammino non ho incontrato nessuno, cosa che mi ha sorpreso vista la magnifica giornata di Giugno inoltrato. Da Serina al Passo Sapplì il sentiero è praticamente una sfida alla forza di gravità (ho percorso il sentiero CAI 502): si sale praticamente senza tregua: in alcuni tratti la pendenza è più dolce, in altri più ripida, ma non molla mai. Questo passo, il "Sapplì", è un luogo che su di me esercita sempre un fascino particolare: per la sua conformazione, per la vegetazione, i colori (o forse perché da bambino è stato il mio primo 'traguardo escursionistico' ricordo ancora quel giorno), ispira sempre un senso di tranquillità e protezione e mi è piaciuto particolarmente notare che in una breve preghiera appesa a fianco dell'immagine di Maria appesa da una roccia l'ultima frase dice "ricorda che qui sempre puoi tornare".

Dal passo Sapplì si procede grossomodo in piano fino al pianoro delle Casere dove comincia l'ultimo tratto di salita che porta prima al Passo della Forca (e alla graziosa 'Baita del Gioani' che ho avuto modo di visitare) ed infine alla croce di Oltre il Colle (o in alternativa quella più alta, chiamata 'Croce di Zogno' o, semplicemente, Croce dell'Alben).

Dalla cima la vista in una giornata come questa è magnifica: a nord, est e ovest si vedono tantissime montagne dell'arco alpino (molte più di quante, ahimé, posso dire di saper riconoscere) e a sud si vedono le città della pianura. Stavo per scrivere che una vista del genere ripaga la fatica della salita, ma questo credo andrebbe un po' a sottointendere che la destinazione fosse l'unico fine della mia uscita. E' stato bello godersi un sabato di boschi, di profumo di pane e marmellata alla fragola, di suono del vento tra le foglie. Più ancora perché non programmato.

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