Scatti & Backstage

Il secondo giorno è partito sulla falsariga del primo: il ticchettio della pioggia è stata la mia sveglia. Altra colazione abbondante e girettino a piedi per il paese e con l’ombrello in mano, con la speranza che il pomeriggio migliori la situazione meteo.

Sankt Johann im Pongau mi ha dato un po’ l’impressione di essere un grande parco giochi per gente con i soldi (o che millanta di averli con le storie su Instagram). Escludendo negozi di tutti i tipi e centri commerciali per tutte le tasche non ho visto nient’altro: un buon motivo per tornare nella hall dell’albergo e leggere un po’ (anche se ammetto che vedere delle vere cartolerie, non solo qui ma in tutta l'Austria, mi ha fatto venire voglia di spendere 6000€ in penne, inchiostri e taccuini)

Purtroppo la fortuna del primo giorno non mi ha assistito nel secondo: non ho avuto alternative se non quella di partire sotto una leggera pioggerellina che mi ha accompagnato per circa tre quarti d’ora prima di smettere. Nonostante questo mi sono comunque goduto alcune viste davvero belle su alcune vallate e sul verde dell’Austria. Credo che una delle cose che mi è rimasta più impressa dell’Austria sia proprio il verde dei suoi prati: ampi, numerosi e curatissimi (non ho ancora ben capito per cosa vengano utilizzati). Non ho potuto fare a meno di chiedermi, considerata la sua bellezza con la pioggia, come sarebbe stato questo tratto di percorso con il beltempo. Ma chi lo sa, magari c’è anche qualcuno che percorrendo le stesse strade si è detto “mi sarebbe proprio piaciuto vedere questi prati con la pioggia”, quindi non escludo che sono sia stato fortunato senza accorgermene.

Avere incrociato dei tedeschi in maglietta a maniche corte e pantaloncini pedalare nella direzione opposta alla mia mentre io ero con pantaloni antipioggia e mantellina ha iniziato a farmi dubitare del mio outfit e darmi un po’ di speranza rispetto al meteo che avrei trovato più avanti quindi: rapido cambio e ripartenza.

Altra discesa per arrivare a fondovalle e qualche km in una galleria stradale: anche in questo caso è impossibile non sentirsi perfettamente al sicuro. La ciclabile è sopraelevata rispetto alla strada, con un asfalto su cui si può giocare a biglie e le gallerie sono illuminate a giorno.

Un’altra cosa che mi ha sorpreso dell’Austria è come le zone rurali e quelle cittadine/industriali sono vicine. Paesaggi che, nei luoghi che conosco, distano almeno un’ora di auto in Austria si trovano a 10 minuti in bici: dagli alpeggi ai supermercati in poche pedalate, sembra di viaggiare nel tempo più che nello spazio.

In questa zona sono passato in un paesino, di cui non ricordo il nome, con una caratteristica che mi ha sorpreso: a fianco della chiesa principale c’è un cimitero (e fino a qui nulla di strano), ma il cimitero è protetto solo da un muro alto solo un metro. Stando così le cose, andando a prendere il pane e il latte o semplicemente passeggiando per il centro è impossibile non vedere tutte le tombe. Ho trovato questa soluzione architettonica curiosa ed interessante, un tentativo di non nascondere l'inevitabile dietro un muro di cinta alto tre metri come, di solito, sono da noi i cimiteri.

Si parte ancora, direzione Bad Gastein: località termale che è il punto più alto dell’intero percorso (1100m). Ciò implica che oggi si affronti l’unica vera salita dell’intero percorso. Circa 5 km di salita più o meno dura, con alcuni tratti, soprattutto in centro paese, dove le pendenze sono all'incirca quelle della rampa di un garage. In centro al paese c’è una cascata molto scenografica, forse resa ancora più scenografica dal fatto che la vedo mentre sta (di nuovo) piovendo, anche in maniera abbastanza copiosa. Va beh, ho imparato che dopo un po’ che si prende pioggia subentra una specie di senso di rassegnazione. Quando si è bagnati poi bagnarsi ulteriormente non preoccupa poi più di tanto.

Arrivo a destinazione: doccia, pasto post-pedalata e sviluppo un po’ di soluzioni creative con il phon per cercare di asciugare l’asciugabile; il MacGyver che c'è in me è felice di aver avuto i suoi 5 minuti di gloria.

Questo è anche il momento in cui mi ringrazio per aver pensato di portare dei pantaloni lunghi e caldi e una felpa pesante. Già, perché ora sposto la tenda e guardo fuori dal balcone: sulle cime, qualche centinaio di metri più in alto di me vedo la neve... Sta nevicando. Adesso. A Luglio. Domani, al mio risveglio, il termometro segnerà 6 gradi: le app meteo ipotizzano una temperatura percepita di 4, non male!

Per cena decido di andare in un locale tipico della zona e di mangiare qualcosa di caratteristico. Opto per un piatto di crauti sul quale viene appoggiato un arrosto di maiale con centro due grossi simil-canederli. Ero sicuro che avrei finito di digerire un piatto del genere a Natale del 2035 (da qui la scelta, inusuale per il sottoscritto, di chiudere la cena con uno Jagermeister) ma la verità è stata che non solo ho trovato il piatto particolarmente buono, ma anche sorprendentemente privo di effetti collaterali.

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