Paesaggi
L'occasione di tornare a vedere un'alba in alta quota dopo tanto tempo mi stuzzicava da un po', ma la poca voglia di mettere la sveglia ad orari improbabili è sempre un grosso deterrente. Aggiungiamo questo al fatto di essere consapevole di avere ultimanente un ginocchio "sifulì" (bergamasco per "non particolarmente buono") e il mix è pronto: sonno profondo fino ad orari ben lontani da quelli dell'alba estiva.
Avete provato ad ascoltare ad occhi chiusi le previsioni del tempo durante queste festività?
Non so se me ne sono accorto solamente io, ma ho sentito cose del tipo: «ancora brutte notizie per i prossimi giorni, bel tempo ed alta pressione ci accompagneranno fino a fine anno». Cosa?!?! Da quando il bel tempo è una cattiva notizia durante il periodo delle vacanze? Ovviamente i meteorologi sottointendevano l'attenzione all'inquinamento, ma tutta 'sta storia un sorriso me l'ha strappato.
Adoro il teleobiettivo ed adoro la Luna, quindi nulla di nuovo sotto il Sole (o meglio, la Luna). Considero il teleobiettivo “la mia lente” perché come uno scalpello permette di togliere tutto quello che non c'entra e lasciare solo quello che si vuole veramente, e più ci si spinge verso le lunghe focali più lo “scalpello” diventa preciso. Oltre a questo diventa molto facile giocare con la prospettiva, che, in fin dei conti, è ciò che ho fatto in questa fotografia.
Era da un po' che cercavo lo "spirito dell'autunno", forse questa volta l'ho trovato. Non so se sia riuscito a fotografarlo, ma almeno sono sicuro di averlo visto. Si perché l'autunno non è solo foglie rosse: l'autunno è un insieme di sensazioni, di atmosfere, di momenti. Una pianta con le foglie gialle può essere fotografata anche d'estate, basta non bagnarla... Ma l'autunno è difficile da racchiudere in uno scatto. Vedo mille fotografie dell'autunno ma in poche ci vedo davvero lo "spirito" di questa stagione. E' un po' come dire che pur guardando tante fotografie di una persona, solo in poche si può scorgerne la personalità: serve uno sguardo, un'espressione, un qualcosa che faccia scattare una molla che permetta di dire "ecco è proprio lui/lei".
Questa sera, in quel di Valbondione la natura ha dato spettacolo: per 30 minuti (dalle 22:00 alle 22:30) circa 5 metri cubi d'acqua al secondo (stando ai dati di Wikipedia) sono precipitati per 315 metri suddivisi nei tre salti che compongono le famose Cascate del Serio. Secondo alcuni sono le più alte d'Italia, secondo altri sono al secondo posto, secondo altri ancora le cascate più alte sono da cercare altrove. A prescindere da questo discorso di numeri, ciò che è certo è che le Cascate del Serio sono davvero un qualcosa che merita la camminata per raggiungerle.
Questa è una fotografia che avevo già tentato in passato, ma che oggi ho ritentato con un po' di esperienza in più e con un obiettivo diverso. Il Pentax 50-200 dell'altra volta oggi è stato sostituito dal più performante Tamron 70-200 che nonostante faccia parte del mio corredo da ormai parecchio tempo non smette mai di darmi soddisfazioni.
Fotografare l'autunno può essere molto semplice e molto difficile nello stesso tempo. Semplice perché più che in ogni altra stagione i colori intorno a noi si moltiplicano rendendo affascinanti luoghi che magari nel resto dell'anno non notiamo, difficile proprio perché essendo una situazione così favorevole ad essere fotografata, si è già visto quasi tutto e per svariate volte, quindi cadere nell'ovvio, nel cliché, è facile come bere un bicchier d'acqua. Nel cercare di mettere in equilibrio l'aspetto facile e quello difficile delle fotografie d'autunno, ho fatto un gran casino e (inconsciamente) nella ricerca di fotografie non-ovvie, non ho fotografato nemmeno l'autunno. So che sembra un gioco di parole scritto male, ma è così, ed è il motivo per il quale questi scatto, che doveva avere un sapore autunnale, per come appare potrebbe essere stato realizzato a ferragosto.
Mi chiedo se può esistere qualcosa di più deprimente di essere steso a letto con la febbre e l’influenza mentre fuori piove e c’è la nebbia il 25 di Agosto… Al momento non ho ancora trovato risposta a questa domanda, ma per tirarmi su di morale ho dato una sistematina alle fotografie che ho scattato ieri, durante una passeggiata nei dintorni del passo San Marco (BG).
Cosa si può fare con un flash in una galleria? Oltre che mettere in piedi un autovelox, si può anche "costruire" un molto meno redditizio "mostro della caverna/galleria". Ecco la ricetta per la foto con il mostro, partiamo con gli ingredienti:
1 mostro, in alternativa un qualsiasi uomo/donna
1 galleria (con almeno una curva)
1 flash esterno con un sistema di scatto remoto
1 fotocamera
1 cavalletto (non indispensabile)
Eccola qui! La sera durante la quale fotografato la lepre del post precedente in realtà ero impegnato a tentare questo scatto senza però particolare successo visto che ero solo (per uno scatto come questo serve almeno un "assistente" che corra su e giù con una torcia in mano mentre uno resta dietro alla macchina fotografica). Ma già quella sera, una volta tornato a casa, ho visto il risultato e, anche se non era particolarmente buono, ho capito che questo luogo aveva un buon potenziale per essere fotografato con questa tecnica. Quindi ieri sono tornato in loco con i "rinforzi" (ringrazio Mr Cortinovis Senior), determinato ad applicare quanto appreso durante il primo tentativo per cercare di ottenere qualcosa di buono.
Lo ammetto, mi sono fatto prendere la mano e sono andato giù pesante, ma d'altronde questo tempo obbliga un po' ad ingegnarsi e di certo non sono i giorni ideali per i tipici scatti estivi con il Sole e il cielo blu. Ma tutto sommato non è andata così male, di certo in un giorno limpido non avrei potuto fare una fotografia come questa. E' nata totalmente per caso, da uno sguardo buttato fuori dalla finestra di casa mia: la nebbia radente al suolo era retroilluminata dai raggi del Sole quasi al tramonto.
Come già scritto in un articolo precedente, ci sono certe situazioni che "urlano" di voler essere fotografate e non richiedono particolari accorgimenti, tecniche avanzate o attrezzatura fantascientifica... In altre parole, stiamo parlando della tipica fotografia in stile "Point and Shoot", quella che riempie i server di Instagram, per intenderci. L'unica differenza è che questa immagine non ha il famoso "effetto vignettatura" che sembra ormai indispensabile per poter essere pubblicata sui social network :)
Una bella fotografia può nascere da un buon lavoro di chi sta dietro all’obiettivo, oppure semplicemente dal fatto che il soggetto è particolarmente interessante. Questa fotografia ricade nel secondo caso. Ero a fare una passeggiata quando il Sole al tramonto ha infiammato la neve delle cime intorno a Valpiana: una luce davvero “magica”.
"Panorami inaspettati": questo articolo non poteva avere un titolo diverso dato che il luogo nel quale ho scattato queste fotografie è un posto che vedo tutti i giorni semplicemente guardando fuori dalla finestra di camera mia, ma che non ho mai considerato come "particolarmente interessante" e, per questo motivo, non avevo mai nemmeno pensato di visitarlo. Almeno fino ad oggi.
La testardaggine premia. Questa fotografia è la seconda versione di una realizzata a fine estate che però, nonostante avesse avuto notevole successo sui social network (mai fidarsi dei social network), non mi aveva mai convinto, né in termini di qualità dell'immagine, né in termini di composizione: ecco il motivo per la quale non è mai apparsa qui.
In realtà, il tempo per gli scatti "veramente" autunnali è già passato: il periodo dei colori accesi qui normalmente coincide con la metà di Ottobre, ma il maltempo ha rovinato questa finestra temporale... Questo non significa però che l'autunno non possa ancora regalare dei momenti in cui sono i colori a trionfare sul grigiore della nebbia ed oggi sembra proprio che si sia verificato uno di quei momenti.
Quando ti svegli alle tre e mezza di notte e ti senti più pimpante di quando ti svegli alle 10 (quandomai...); quando l'acqua fredda in faccia per svegliarsi è quasi un piacere invece che un rituale giornaliero che ha un qualcosa di masochistico; quando percorri un sentiero ad una velocità doppia rispetto al solito, camminando a passo spedito con soli due pensieri: "dai che sei in ritardo" e "se continuo a salire con questo passo schiatto" ma quando arrivi in cima ti senti ancora benissimo; quando non ti interessa se comincia a piovere dato che qualche nuvola permette di ottenere foto migliori...
Per l'utilizzo delle immagini presenti su questo sito, chiedo cortesemente di scrivermi un'email
Sostieni il sito