Questa sera, in quel di Valbondione la natura ha dato spettacolo: per 30 minuti (dalle 22:00 alle 22:30) circa 5 metri cubi d'acqua al secondo (stando ai dati di Wikipedia) sono precipitati per 315 metri suddivisi nei tre salti che compongono le famose Cascate del Serio. Secondo alcuni sono le più alte d'Italia, secondo altri sono al secondo posto, secondo altri ancora le cascate più alte sono da cercare altrove. A prescindere da questo discorso di numeri, ciò che è certo è che le Cascate del Serio sono davvero un qualcosa che merita la camminata per raggiungerle.
Le forme disegnate dall'acqua sulle rocce, il rumore cupo e roboante della caduta, l'aria diversa sulla pelle qualche minuto dopo l'apertura della cascata: tutte cose che sono ancora più amplificate quando l'evento si svolge in notturna (come questa sera), alla luce di potenti fari che illuminano questo immenso palco sulla quale l'acqua è al centro della scena.
Ecco, probabilmente è questo l'unico difetto di un evento come questo: ho già detto che è un qualcosa che merita davvero di essere visto, ma, riflettendoci un pochino, c'è un retrogusto leggermente amaro.
Sembra quasi che la natura venga “forzata ad esibirsi”: la prorompente forza dell'acqua di una cascata domata da una saracinesca che permette di aprirla e chiuderla a piacimento, il buio della notte squarciato con violenza da potenti fari, il tranquillo e silenzioso ambiente montano della notte messo a soqquadro da un fiume immenso di persone chiassose.
E' un po' come uno zoo: sono sicuro che chi ama davvero la natura si senta un po' a disagio davanti a degli animali che vengono messi in mostra in situazioni che non sono a loro familiari: ecco questo è quel retrogusto del quale parlavo. Un conto è vedere un delfino nuotare libero in mare, un altro è vederlo in una piscina mentre salta in un cerchio.
La stessa cascata, non “controllata” dall'uomo e magari vista in una sera di Luna piena mentre tutti la ignorano seduti a fondovalle davanti alla TV, probabilmente, pur avendo un'apparenza del tutto simile, avrebbe avuto un “sapore” tutto diverso.