tecnica & approfondimenti
Un po' di tecnica... Generalmente tendo a scrivere in modo che i nuovi concetti si poggino su altri già presentati negli articoli precedenti, in modo da semplificare la lettura: ma non considerate questi articoli come un corso di fotografia, considerateli più che altro come spunti per farvi venir voglia di leggere un vero libro di tecnica fotografica!
Parliamo ora di alcune delle logiche di funzionamento dell’autofocus. Iniziamo dalle due più diffuse, l’autofocus singolo (AF-S) e l’autofocus continuo (AF-C). La differenza tra queste due logiche consiste nelle tempistiche e nelle modalità di intervento degli algoritmi di messa a fuoco. Con l’autofocus singolo, quando premiamo il pulsante di scatto a metà corsa avviamo la messa a fuoco nel punto che abbiamo selezionato, una volta che il punto è a fuoco la procedura si interrompe. Se il soggetto si sposta in avanti o indietro in una zona esterna alla profondità di campo, risulterà sfocato.
Una volta chiarito il concetto di piano di fuoco e il suo rapporto con la profondità di campo, possiamo ora iniziare a parlare di come la macchina fotografica effettua l’operazione di messa a fuoco automatica (autofocus). Partiamo proprio dall'inizio: la scelta di cosa mettere a fuoco. Questa operazione può essere lasciata alla macchina fotografica oppure presa in carico da chi sta scattando la fotografia. Se lasciate decidere alla fotocamera essa agirà scegliendo autonomamente una certa zona del fotogramma che avrà l'onore di essere a fuoco.
L'argomento della messa a fuoco potrebbe sembrare tanto ovvio da non necessitare spiegazioni. Prima di tutto perché spesso è un'operazione che viene fatta in maniera totalmente automatica dalla macchina e poi perchè anche se decidiamo di farla a mano, tutto si riduce a girare una ghiera fino a quando non vediamo qualcosa di nitido... Cosa di può essere di difficile? Mettere a fuoco significa (definizione tagliata con l’accetta) fare in modo che ciò che vogliamo fotografare abbia dei bordi definiti. Fino a qui tutto ok, ma la messa a fuoco è un argomento molto più ampio di così e necessita quindi di un approfondimento.
Abbiamo parlato di composizione, della regola dei terzi e dell’importanza della scelta dei soggetti. E’ arrivato il momento della pubblicità! Niente materassi con le molle o pentole col fondo termico alto 1 cm, voglio davvero suggerirvi un acquisto: un cavalletto. E’ incredibilmente utile per migliorare le capacità compositive e di conseguenza le fotografie. Lo so, dato che probabilmente poco tempo fa avete speso già molti soldi per l’attrezzatura fotografica, non avete voglia di spendere ancora, ma fidatevi, ne vale la pena.
Siete a Parigi e volete “fare colpo” su una francesina che ha attirato la vostra attenzione (questo concetto si può ribaltare per le donne, non vorrei che si dica che sono maschilista…). Qual’è la condizione fondamentale per la quale potete almeno sperare di avere qualche possibilità? Non ditemi: “avere tanti soldi e una bella macchina”, perché nel mio mondo ideale tutti gli uomini sono gentiluomini e le donne sono tutte di una certa classe. La condizione di base per fare in modo che abbiate almeno qualche speranza di fare colpo su una donna è che entrambi parliate una lingua comune o che in qualche modo riusciate a comunicare. Cominciate con un “Bonjour mademoiselle” e continuate così.
La composizione è un elemento chiave per capire se una fotografia è stata scattata “con la testa” oppure no. E’ uno dei discriminanti più semplici da individuare per distinguere una buona foto, da una mediocre, da una che lascia un po’ a desiderare. C’è moltissimo da dire sulla composizione ma, almeno per il momento, cominciamo a parlare solo degli elementi fondamentali per migliorare rapidamente le vostre fotografie.
Per l'utilizzo delle immagini presenti su questo sito, chiedo cortesemente di scrivermi un'email
Sostieni il sito