Scatti & Backstage

Uno scorcio in bianco e nero di una via parallela di Spaccanapoli
1/105s, f/3.5, ISO 400, 200mm

Pubblico questo post a grande distanza temporale dall'ultimo e la cosa, ora che ci sto lavorando, mi sembra davvero strana visto che nell'ultimo periodo ho lavorato al sito e mi sono immerso nella fotografia più di quanto abbia fatto almeno negli ultimi 2/3 anni.

Per quanto riguarda il sito l'ho praticamente rifatto da zero, trasferendo i contenuti precedenti e la maggior parte delle parti grafiche dalla versione vecchia a quella nuova. Il motivo di questo rifacimento è stato puramente tecnico: il CMS del sito (il sistema di gestione dei contenuti) necessitava di un importante aggiornamento, motivo per il quale ho colto l'occasione per fare pulizia e ripartire da zero.

Per quanto riguarda la mia immersione nella fotografia invece il tema riguarda il fatto che ho iniziato una specie di progetto personale con l'obiettivo di scattare una fotografia al giorno: ho iniziato il primo gennaio di quest'anno e, almeno fino ad ora sto continuando con regolarità. Mi lascio un post-it mentale di tornare sul tema e parlare di questo piccolo progetto in maniera più estesa.

Ma andiamo al nocciolo di questo post: ho avuto la possibilità di visitare Napoli per 3 giorni, dal 22 al 24 Marzo con i miei genitori e qui posto qualcuna delle immagini che ho realizzato. Napoli è una città che mi ha sorpreso per come è stata in grado di andare oltre le mie aspettative. Mi spiego meglio: mi aspettavo che fosse una città con tanta energia, con tanto caos (nella sua accezione negativa e positiva), ma lo è in un modo esplosivo, quasi difficile da credere. L'atmosfera dei quartieri spagnoli, così come dell'area di Spaccanapoli è qualcosa che, benché le mie esperienze di viaggio siano limitate, non ho mai riscontrato da nessun'altra parte. Il pubblico e il privato sono divisi da una linea sottile che attraversa porte semichiuse, finestre spalancate sulla strada, persone affacciate ai balconi a godersi il passaggio delle persone nelle vie principali. Le stesse persone sono, ovviamente, parte dell'esperienza Napoletana: è impossibile non essere trascinati dal loro entusiasmo e dal modo di fare forse un po' eccentrico, ma pieno di energia.

Durante i tre giorni di permanenza ho avuto modo di visitare parecchi luoghi: dai quartieri spagnoli alla zona di Spaccanapoli, già citati, all'area di piazza del Plebiscito, castel dell'Ovo e Castel Nuovo, passando per alcune aree del Rione Sanità, Castel Sant'Elmo e il lungomare. Probabilmente ciò che mi ha colpito di più è stata una cosa che non conoscevo di questa città fino a prima della sua visita: il suo lato sotterraneo. Ho avuto modo di visitare dei cunicoli di origine greca, riutilizzati per vari scopi (acquedotti, cunicoli per gli spostamenti, ripari durante la guerra) che mi hanno colpito per l'ingegnosità e la quanità di lavoro necessari per la realizzazione, così come le catacombe di San Gennaro, recentemente recuperate e valorizzate da una cooperativa del luogo, che mi hanno ricordato come il territorio offra non solo un legame con il passato, ma anche spunti per costruire un futuro migliore.

Difficile da dimenticare, infine, il tramonto dall'Eremo di Sant'Elmo: un autentico balcone sul golfo di Napoli dal quale ammirare il Sole andare a spegnersi di fronte all'inconfondibile profilo del Vesuvio.

 

 

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