Sono pigro, in un certo senso lo sono sempre stato, ma ultimamente più del solito, quindi per questo articoletto riciclo un pensiero che ho postato su Facebook e che trovate qualche riga sotto. Quello che vi dico ora è che ho avuto la fortuna di poter passare a Roma un paio di giorni (la visita si è ridotta ad un pomeriggio/sera), quelle che trovate qui sono le fotografie che ho scattato: ovviamente il livello è quello da "turismo spinto", con la macchina fotografica al collo per fotografare tutto senza una particolare logica :)
Se è vero che le cose inaspettate spesso sono le più belle, quelle doppiamente inaspettate lo sono ancora di più.
Finire sul podio di un concorso fotografico nazionale con una fotografia scattata solo con l'obiettivo di documentare un evento è stata la prima sorpresa: poter andare a ritirare il premio a Roma lo è stata ancora di più.
Confcooperative Nazionale ha organizzato un concorso fotografico legato al tema della sostenibilità all'interno della prima giornata della sostenibilità cooperativa, evento nato con lo scopo di narrare e stimolare il rapporto tra le realtà nazionali della cooperazione e i 17 punti per lo sviluppo sostenibile dell'agenda2030 dell' ONU.
Qualche giorno fa ho sentito parlare proprio del tema della sostenibilità in occasione del G20 a Roma e ho sentito una riflessione linguistica che mi è tornata in mente spesso negli ultimi giorni. In inglese il termine sustainability ha una sfumatura diversa dal termine italiano: in inglese la parola ha come radice il termine 'sustain', nome del pedale del pianoforte che, una volta premuto, fa in modo che le note continuino a risuonare anche dopo che i rispettivi tasti sono stati lasciati. Nel termine inglese c'è quindi una sfumatura di significato che lega presente e futuro che in italiano si perde un po'.
Riguardando la fotografia che ho scattato non ho potuto non pensare a come le realtà con cui lavoro siano impegnate a 'suonare con il pedale del sustain premuto', a come siano costantemente concentrate sul presente per fare in modo che le note prodotte oggi siano non solo le più armoniche possibili ma che siano anche in grado di risuonare a lungo e fare davvero la differenza, sia per i singoli sia per le comunità in cui operano. La sostenibilità è anche e soprattutto questo.
Sono contento di essere parte di queste realtà, di questa visione e di questo modo di fare: un evento come questo non ha fatto altro che ricordarmelo!
Grazie a Contatto Cooperativa Sociale ONLUS La Bonne Semence e Progettazione per questa opportunità e ovviamente un ringraziamento anche a Stella, compagna di quest'avventura!