Salire fino alle "casere" del Monte Alben per fotografare soltanto un gatto è un chiaro indice che mostra come anche io sia stato irrimediabilmente deviato dai social network. Si perché ormai non è possibile scorrere i post di Facebook senza trovare qualche foto di un gatto ogni paio di minuti. Fotograficamente parlando, più in basso della foto del gatto c'è soltanto il selfie fatto con il bastone... Spero di riuscire a tenermi lontano almeno da quel punto di non ritorno!
Tornando a questa fotografia, come dicevo, è stata scattata sul monte Alben, presso una delle baite della zona delle Casere. Per chi è del luogo, mi trovavo presso la baita di Tullio. E' la prima volta che vedo un gatto in una baita di montagna in mezzo a mille altri animali: galline, cani, asini e mucche. Appena mi si è avvicinato camminando in equilibrio su un pezzo di legno ho capito che avrei potuto fare una "bella" fotografia. Fortunatamente il piccolo micio aveva una gran voglia di giocare quindi è stato facile farlo rimettere in posa.
Ho utilizzato il 50mm per isolare il soggetto cercando comunque di lasciare "leggibile" lo sfondo per contestualizzare lo scatto. E qui sicuramente ho commesso un errore: la scelta di 1.8 come diaframma si è rivelata un po' troppo estrema, sicuramente con un po' più di profondità di campo lo scatto sarebbe stato migliore (ho cercato di recuperare la messa a fuoco sugli occhi del gatto in postproduzione ma l'errore resta).
Se avessi dato in beneficienza anche solo 1 euro per ogni fotografia sbagliata a causa di un diaframma troppo aperto, probabilmente avrei già risoluto il problema della fame nel mondo due o tre volte!