tecnica & approfondimenti

Nell'articolo precedente abbiamo cercato di approfondire alcune delle motivazioni tecniche che dovrebbero aiutarci a scegliere una delle combinazioni diaframma-tempo di scatto-ISO tra quelli possibili. Ma la fotografia non è solo tecnica, se fosse così le macchine fotografiche potrebbero fare tutto da sole. La fotografia è anche creatività e arte, quindi andiamo ora ad analizzare alcuni aspetti "creativi" e "artistici" che dovrebbero fornirci un ulteriore aiuto per scegliere la combinazione dei parametri di scatto più adatta ai nostri scopi.

Iniziamo a parlare del diaframma, il parametro che forse è quello che impatta di più sull'aspetto delle nostre fotografie. Il diaframma, come abbiamo detto è diretto protagonista nel "dosare" la profondità di campo. E' importante decidere prima di fare una fotografia, la quantità di profondità di campo che vogliamo. Se stiamo cercando di realizzare una fotografia con una piccola profondità di campo (ossia con un soggetto nitido e uno sfondo sfuocato), dovremo andare a scegliere le combinazioni che permettono diaframmi aperti, al contrario, se vogliamo una grande profondità di campo (tutto nitido dal primo piano fino allo 

sfondo), diaframmi chiusi saranno una scelta obbligata (o quasi). Come capire se una foto richiede una grande o una piccola profondità di campo? Qui entriamo nel campo creativo-artistico, quindi tutto è soggettivo e personale. Una profondità di campo ridotta permette di isolare maggiormente il soggetto della fotografia e questo é un aspetto che aiuta molto la lettura e quindi la fruizione dell'immagine. Vi spiego perchè... Il vostro compito come fotografi, non è solo quello di realizzare immagini, ma anche e soprattutto, guidare l'occhio dell'osservatore all'interno delle singole immagini. Avere il soggetto che avete scelto perfettamente nitido e lo sfondo sfuocato è un po' come dire al vostro osservatore: "guarda qui, questo è il soggetto che ho scelto per te, il resto è meno importante". Questo rende subito le vostre immagini più invitanti e interessanti. Non vi capita mai di vedere immagini che vi fanno sorgere la domanda: "ma dove devo guardare???" Ecco, saper dosare la profondità di campo vi terrà lontani dal rischio di produrre immagini con questo problema, in quanto sarete voi a suggerire all'osservatore dove e cosa guardare. Un altro motivo per scegliere piccole profondità di campo (ripeto, significa utilizzare diaframmi aperti) è quella di fare "sparire" sfondi poco interessanti. Abbiamo detto che piccoleprofondità di campo permettono di sfuocare lo sfondo, quindi... Se lo sfondo non vi piace, voilà, una piccola profondità di campo può trasformare un brutto sfondo in un elegante mix di colori dai bordi indefiniti. Per tutte queste ragioni, piccole profondità di campo sono utili quando realizzate scatti di persone e volete porre l'attenzione su sguardi, espressioni o sorrisi. Oppure quando fotografate scene di cui volete far risaltare solo un singolo dettaglio da un insieme. Sono solo due delle infinite motivazioni che possono suggerirvi di utilizzare piccole profondità di campo... L'unico limite è la fantasia. Una profondità di campo estesa invece è necessaria tutte le volte che volete fare in modo che tutto sia nitido dal primo piano fino allo sfondo. Sto pensando ad esempio ad un panorama... Potreste volere nitido sia il cespuglio che avete davanti ai piedi, che la montagna lontanissima da voi, ecco, questa scena richiede senza dubbio un'ampia profondità di campo e quindi diaframmi chiusi. Ci sono tantissimi motivi per voler una profondità di campo estesa: se avete portato vostra moglie su una fantastica spiaggia tropicale, non fatevi ingannare troppo dal desiderio di sfuocare lo sfondo, certo, si possono fare alcune fotografie di quel tipo (sicuramente molto belle), ma non dimenticate di realizzare almeno qualche scatto in cui sia tutto nitido, sia vostra moglie che lo sfondo, per far capire a chi sta guardando dove eravate, su un isola tropicale e non sulla spiaggetta del fiume sotto casa vostra. Riepilogando quanto detto fino ad ora, quando valuteremo che ci serve una profondità di campo estesa, dovremo cominciare a scegliere un diaframma chiuso e poi valutare tempo di scatto ed ISO in base agli aspetti tecnici di cui abbiamo nell'articolo precedente (ad esempio, considerare i tempi di scatto "di sicurezza", ossia che non ci fanno ottenere fotografie mosse e ISO che non aggiungano troppo rumore, permettendoci comunque i tempi che vogliamo). Se invece riterremo necessaria una piccola profondità di campo, prima di tutto sceglieremo un diaframma aperto, e poi valuteremo tempo di scatto e ISO come abbiamo fatto nel caso precedente.

Parliamo ora dei tempi di scatto. E la parola d'ordine è "mosso". Probabilmente quando nella vostra mente associate il termine "mosso" alla fotografia, subito pensate a qualcosa di negativo. Si avete ragione, ma solo in parte. Abbiamo parlato tanto di tempi di sicurezza, di rischio di mosso, di calcoli per evitare le foto mosse e via dicendo, ma a volte il mosso è proprio ricercato. Ad esempio i corsi d'acqua o il mare vengono fotografati spesso con tempi di scatto piuttosto lenti proprio per fare in modo che durantela realizzazione della fotografia il fluire dell'acqua crei un effetto di mosso, molto piacevole e che fornisce un'apparenza setosa all'acqua. E' solo un esempio, ma serve per farvi capire che a volte si cerca davvero il mosso, ovviamente non il mosso causato dalla vostra tremarella, ma il mosso causato dal movimento di ciò che state fotografando. Altro caso: siete ad un rally. "Rally" lo associate a velocità, giusto? Ecco, quindi è giusto fare in modo di non avere fotografie mosse, ma dovete anche far capire che le macchine stanno sfrecciando in gara e non sono parcheggiate sulla strada. Potreste pensare di usare tempi brevissimi, di 1/6000 (a patto che il vostro equipaggiamento ve lo permetta) per avere tutto fermo immobile... Ma allora non vi conveniva andare a fotografare la macchina mentre era parcheggiata? Per dare l'impressione di velocità, dovrete fare in modo, tramite il tempo di scatto, di avere un qualcosa che ci suggerisca il movimento, che ne so, ad esempio la trama di un cerchio poco nitida dovuta alla rotazione della ruota. Altra tecnica per suggerire la velocità è il panning, ma ne parleremo un'altra volta. Quindi spero sia chiaro che bisogna sempre scegliere il tempo di scatto in relazione all'effetto che vogliamo ottenere. Tra tutte le combinazioni di tempi-diaframmi-ISO che ci assicurano un'esposizione corretta quindi prima di tutto escluderemo quelle tecnicamente sfavorevoli (ISO troppo alti, diaframmi troppo chiusi o troppo aperti) e poi tra quelle rimanenti sceglieremo quella che ci permette un tempo di scatto che ci restituisce l'effetto che stiamo cercando (congelare gli eventi o sfruttare il mosso) e una profondità di campo adatta (in base a quanto detto prima). Siete confusi, sono quasi sicuro... E sono anche sicuro che state pensando che non è possibile dover pensare così tanto per una fotografia, ma state tranquilli. Prima di tutto con un po' di pratica quanto detto diventerà naturale ed automatico e, in secondo luogo, la tecnologia ci viene incontro con molti automatismi che offrono tutte le fotocamere. Ma ne parleremo nel prossimo articolo.

 

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